Attore e pedagogo teatrale
Organizzare la primavera
Seminario di direzione d'attore e scrittura scenica
La regia in Italia è, con rare eccezioni, ancora considerata oggetto di improvvisazione, una banale messa sulla scena di un idea, o peggio ancora visioni personali e intellettuali attuate con mezzi estranei e impropri.
Sono profondamente convinto che la regia, non si basi, come molti pensano, su delle buone trovate, o sul "mettere" bene in scena degli attori; ha bensì a che fare con la composizione scenica e le sue regole, con il creare le condizioni creative per e con gli attori, con la trasformazione del materiale trovato nel training in materiale poetico. Il regista ha la responsabilità di seminare e di smuovere il fertile terreno dell'attore, di creare un clima e un ecosistema adatto alla nascita di nuovi germogli che diventeranno quel meraviglioso giardino che si chiama spettacolo, deve riuscire ad organizzare la privera nei propri attori.
Durante queste giornate di lavoro ci occuperemo dell'incontro - dialogo fra il regista e l'attore. Due ruoli specifici e ben distinti, con i loro precisi linguaggi e competenze che devono imparare a collaborare e contaminarsi senza confusioni e incertezze.
La regia e la recitazione hanno in comune lo stesso obbiettivo: la creazione di sistemi teatrali vivi in cui gli attori si muovono e improvvisano con metodo e disciplina.
La teoria dei sistemi che prendiamo in prestito dalla fisica grossomodo dice che:
"La condizione generale perchè sia stabilito un sistema e sia mantenuto come tale è che i suoi elementi interagiscano fra loro. Gli elementi sono detti interagire quando il comportamento dell'uno influenza quello dell'altro come ad esempio lo scambio di energia negli urti o nello scambio di informazioni. Quando i componenti cessano di interagire, i sistemi degenerano in insiemi."
Le analogie con il teatro sono infinite e mi affascinano particolarmente. La possibilità, attraverso l'analisi attiva, di tradurre e sintetizzare il funzionamento di fenomeni umani complessi in scena attraverso dei "sistemi-modello", con le loro peculiari relazioni causa-effetto, le costanti e variabili, la sua matematica e le sue geometrie.
Insomma un approccio "sistemico" al teatro può diventare per il regista e l'attore un modo per trovare le domande adeguate che la scena attende per diventare risposta.