Attore e pedagogo teatrale
Le due storie dell'attore
Seminario sulle tecniche di narrazione
"Il mio mestiere è quello di raccontare storie agli altri.
Devo raccontarle.
Non posso non raccontarle.
Racconto storie di altri ad altri.
O racconto storie mie a me stesso o agli altri. "
G. Streheler
Il teatro è da sempre una meravigliosa macchina creatrice di storie che appartengono non solo ad un solo mondo, ma a tutti i mondi possibili e pensabili. L’attore, in teatro, può scegliere che posizione prendere rispetto a queste storie: può decidere di essere parte agente oppure di essere parte narrante.
In questo seminario esploreremo questa seconda possibilità dell’attore: essere portatore della storia, un narratore, un cantastorie, un affabulatore, un messaggero. Verranno approfondite le tecniche della narrazione, studieremo i meccanismi dell’epica teatrale e del suo specifico rapporto con il ruolo, con il pubblico e con lo spazio.
L'attore mentre racconta sta raccontando sempre due storie.
La storia che racconta agli altri e quella che racconta a sé stesso.
Sono due racconti, di cui solo uno è quello visibile, esplicito; l'altro è sotterraneo, implicito.
Si tratta di due drammaturgie, due partiture, due linee di azioni, una è evocativa e l'altra è organica.
Una crea interesse, l'altra crea fascinazione.
Quando l'attore si accontenta è possibile che venga a mancare una delle due storie, oppure che queste due drammaturgie coincidano e si confermino. Quando invece queste due partiture si alimentano, ma non raccontano esattamente la stessa cosa, allora l'attore sta facendo davvero il suo mestiere, che è quello di mettere "in vita" un testo.
Questa ambivalenza e questo dualismo saranno la chiave di volta del nostro lavoro e della nostra indagine sulla narrazione. Scopriremo come costruire un dialogo sano e fruttuoso fra il corpo dell’attore e la sua voce, fra la sua forma e il senso che ne scaturisce, fra la sua tecnica e l’ispirazione, fra l'azione visibile e quella invisibile.
Le sette giornate di lavoro saranno strutturate in due fasi:
- La mattina l’allievo affronterà un training specifico che gli permetterà di sviluppare, in un processo costante, le sue facoltà immaginative, fisiche e vocali. Il training sarà basato sulla sintesi dei due massimi sistemi pedagogici del teatro del Novecento: la Biomeccanica teatrale di Meyerhol’d, e il metodo delle azioni fisiche di Stanislawskij.
- Il pomeriggio l’allievo lavorerà sulla costruzione di piccoli nuclei narrativi, avendo come base alcuni brani teatrali tratti dal teatro greco e latino, dal teatro elisabettiano e dall’epica cavalleresca, dal teatro del Novecento e da quello contemporaneo. In questa seconda fase potrà applicare concretamente i principi appresi durante la mattina e potrà modularli attraverso l’uso dello spazio e di vari elementi scenici come oggetti, costumi, luci e musiche.